IL CAMBIAMENTO

*"se quello che faccio potesse servire anche ad un'unica persona, e se anche quell'unica persona fossi io, non sarà stato inutile" .

*"Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano".


*" Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore." (F.De Andrè).

giovedì 17 novembre 2011

Un alieno a Roma » Ritagli - Blog - Repubblica.it

Un alieno a Roma » Ritagli - Blog - Repubblica.it

Non potrebbero essere più diversi. Mario Monti alloggia all’Hotel Forum, dove una doppia costa 140 euro, quanto un bicchiere di palazzo Grazioli, e ieri, come milioni di italiani, è andato a messa con la moglie Elsa, mentre l’altro non lo faceva mai e nel giorno libero saliva sul suo jet per trascorrere il week-end in una delle sue ville da Mille e una notte; “faccio una vita disumana” si giustificava se un fotografo lo beccava con una aspirante concorrente al Grande Fratello. Monti è rigido come uno svizzero, e infatti la tv elvetica gli tributa un affettuoso ritratto dal titolo “Il tecnocrate dalle buone maniere”. Fa impressione vederlo camminare nella luce opulenta di Roma senza dire una parola, intimidito; in quei frangenti che l’altro occupava per maledire i comunisti, attaccare i giudici, biasimare la stampa libera o solo raccontare una barzelletta sporca. Studi dai gesuiti, serene abitudini borghesi – le serate all’Opera, passeggiate silenziose tra i boschi dell’Engadina – la consorte, capo ispettore della Croce Rossa, gli ha portato le valigie viaggiando in treno da Milano; Monti, che certo non è di sinistra, è davvero l’anti-Silvio. In Parlamento, ad esempio, non conosce nessuno, è un perfetto alieno; si è sempre sottratto alla vischiosità salottiera della Roma del potere, non esiste nemmeno una sua paparazzata su Dagospia.

Ce la farà il professor Monti? La sua riuscita dipende anche dalla lealtà di Berlusconi, che comunque dispone della maggioranza al Senato, e la cui immagine ci perseguita anche all’indomani delle dimissioni, come dimostra il videomessaggio andato in onda – non a caso – mentre il Professore varcava la soglia del Quirinale per l’incarico. Non molla, il deputato Berlusconi, e quel “viva l’Italia!” pronunciato alla fine lascia presagire altri colpi di coda.

Le tv continuano a mostrare il discorso della sua discesa in campo, 26 gennaio 1994: sono passati quasi 18 anni! In 1994. Colpo Grosso, l’istant-book di Pino Corrias, Massimo Gramellini, Curzio Maltese, uscito per Baldini& Castoldi nella primavera del primo governo Berlusconi, si racconta questa scena, avvenuta a Montecitorio il 13 gennaio 1994: D’Alema, richiesto di un parere sulle probabilità di successo di Berlusconi, le scacciò via come una mosca fastidiosa: “Non siamo mica in Brasile”; la Bindi profetizzò “a destra Bossi batte Berlusconi 3 -1, perché la Lega al contrario di Forza Italia è popolare”, e Segni, che allora era l’uomo nuovo che il tycoon delle tv pensava inizialmente di appoggiare, dottoreggiava: “Può darsi che la pensi come me, ma non conosco le sue idee perché m’interessano poco”. Oggi un giovane non sa nemmeno chi sia Mario Segni.

Forse Monti ce la farà, e a quel punto Berlusconi sarà davvero tramontato, ma abbiamo il dovere di essere, proprio in quest’ora di liberazione, sommamente severi con noi stessi: su quel che è stato, su quel che siamo diventati. “Perché – scriveva Barbara Spinelli su Repubblica il 12 settembre – la questione davvero importante non è Berlusconi, ma è come l’Italia abbia potuto sopportare un personaggio così per 17 anni. Chi siamo noi è la questione?” E Ida Dominijanni, ieri sul manifesto, si domandava “come fu che l’Italia di Machiavelli e di Gramsci, del diritto romano, del Rinascimento e del Risorgimento, l’Italia che Benigni porta davanti al parlamento europeo dimenticandosi di citare il fascismo, venne captata nell’immaginario della fiction di Arcore: questa è la domanda che resta, e che obbliga a spostare lo sguardo, prima o poi, da lui a noi”.

Nessun commento:

Posta un commento

Commenta il post