IL CAMBIAMENTO

*"se quello che faccio potesse servire anche ad un'unica persona, e se anche quell'unica persona fossi io, non sarà stato inutile" .

*"Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano".


*" Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore." (F.De Andrè).

mercoledì 2 febbraio 2011

BETTINO CRAXI, UNDICI ANNI DOPO - Analisi e riflessioni di Alberto Leoni

BETTINO CRAXI, UNDICI ANNI DOPO - Analisi e riflessioni di Alberto Leoni
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Nell'undicesimo anno dalla morte di Bettino Craxi: mai come in questo, si respira un’aria diversa: l’aria di un ripensamento serio sulla sua figura umana e sulla questione Socialista.Costretto a fuggire dall’Italia per difendere la sua persona, aggredito da una campagna di odio senza precedenti, Craxi per anni è stato dipinto come l’unico simbolo della corruzione. E contro questo simbolo la coscienza collettiva di una parte importante del Paese ha scaricato le proprie colpe, le proprie “parti cattive” nel tentativo di purificarsi.

Craxi è stato un uomo che, nel bene e nel male, con le sue passioni e i suoi difetti, con le sue intuizioni e suoi errori, ha segnato un pezzo importante della vita politica italiana degli ultimi vent’anni del secolo scorso. Uno degli ultimi veri Statisti di questo Paese. Ai Socialisti ha ridato il gusto dell’autonomia politica, all’Italia il piacere di una dignità che pareva assopita. Era un Socialista che sbuffava contro Marx e amava Proudhon; che si muoveva come un lottatore nella cristalleria della democrazia consociativa; che lottava a fianco di chi era oppresso, dai Palestinesi agli oppositori di Pinochet, dai Desaparesidos Argentini agli studenti di Praga del ’68-

Craxi era un Socialista che aveva capito i nuovi umori dell’Italia degli anni ’70 e ’80. Era un’Italia che voleva viaggiare, lavorare e vedersi riconosciuta i meriti, voleva credere in se stessa e nella vita, voleva avere fiducia e liberarsi dai dogmi e dalle chiese “bianche e rosse”, sempre più decrepite. Riuscì a governare,fu il primo Presidente del Consiglio Socialista del Paese. Lo fece dignitosamente e a lungo (83-87). Tra le scelte di rilievo ricordo il taglio al costo del lavoro, l’inflazione abbattuta, Sigonella (ma soprattutto Comiso e la decisione di installare i Pershing Cruises contro i missili sovietici puntati sull’Europa), il nuovo Concordato nell’84. Il suo errore più grande? Non avere previsto, in tempo, l’effetto devastante della caduta del muro di Berlino (l’unico per la verità a capirlo, in Italia, fu Cossiga), ovvero lo sdoganamento dei comunisti di allora, che, ironia della sorte, dopo essere stati sconfitti dalla storia, dopo aver ottenuto il via libera dallo stesso Craxi per l’ingresso nell’Internazionale Socialista (1992) contribuirono lucidamente allo sterminio politico dei socialisti.

Era una politica Socialista, la sua, che per affermarsi utilizzò anche modalità irregolari di finanziamento, al pari di tutte le altre forze politiche. Ma non dovette mai vergognarsi della sua Storia, perché la storia ha dato ragione alle idee dei Socialisti. Altri hanno dovuto solo rinnegare e acquisire carte d’identità altrui. Bettino Craxi lascia un’eredità Politica e Culturale di grande rilievo: eredita’ che nessuno ha ancora raccolto,per un semplice motivo:la morte del Psi ha privato l’Italia di una forza Socialista Riformista.Un’assenza che,tuttora,perdura ma che dovrà essere ripresa da una politica “normale” che guarda all’Europa ed al mondo in cui ci sono almeno due grandi forze:una di ispirazione Popolare,una di ispirazione Socialista. In Italia,almeno sin qui,non abbiamo una politica “normale” con gli effetti che vediamo.

Uno dei meriti politici piu’ rilevanti di Craxi fu il rinnovamento del rapporto con la Dc,nel 2^ centro sinistra (79-87),nel connubio poltico e culturale tra socialismo riformista e liberale ed il filone cattolico liberale allora prevalente nella Dc. E lo fece con molta piu’ determinazione e chiarezza rispetto al suo padre politico, Nenni.Quel connubio aveva un’idea forte del Paese,aveva l’orgoglio dei valori,delle tradizioni occidentali;aveva l’orgoglio della tradizione giudaico cristiana e una sana laicita’ che mai sconfinò nel vilipendio della chiesa e dei suoi rappresentanti e delle basi fondanti la cultura e la storia di questo Paese:quel connubio rispettava le ragioni fondanti della tradizione italiana,a partire dalla famiglia.Oggi,di quel sano orgoglio occidentale sembra essersi persa traccia. Altrimenti non si spiega lo stucchevole dibattito sulla opportunita’ della presenza o meno dei nostri simboli nelle scuole,nei cimiteri ,negli ospedali.Se fosse in vita, Craxi che pur era spirito aperto all’integrazione con i popoli diversi, non esiterebbe un istante a combattere per la difesa dei nostri valori e della nostra tradizione. Per questo quel connubio culturale resta.anche oggi,un riferimento esemplare.

Un altro grande merito di Craxi fu quello di sostenere con forza l’importanza della politica nella nostra vita,nel futuro dei nostri giovani:Craxi amava la politica,la seconda repubblica ha fatto dell’antipolitica il proprio cavallo di battaglia,rendendo un pessimo servizio al bene comune. Infatti senza la capacita’ di sintesi della politica (e Dc e Psi ne furono,pur con luci ed ombre, interpreti di rilievo) una comunità è dominata dalle corporazioni, dalle loro dispute e vede,alla fine,prevalere il più forte.Senza la buona politica,senza partiti degni di questo nome (e la parola partito va pronunciata con orgoglio non balbettata con paura),alla fine saranno proprio i più deboli a non essere tutelati. Ecco perchè nel dibattito odierno dove nessuno sa più chi e’,dove da 15 anni si insegue affannosamente la costruzione di qualcosa di nuovo che sfiorisce poco dopo,e’ importante che torni la politica,che tornino i partiti ,non quelli passati perchè il passato non torna,ma partiti che abbiano un radicamento a tradizioni e valori antichi questo si’.Possibilmente pochi,ma strutturati,omogenei culturalmente,scuola di formazione e di selezione per le classi dirigenti del futuro. Voglio sperare che ,dopo dieci anni,venga ridato a Craxi ed ai socialisti il giusto riconoscimento(anche con gesti concreti) per quanto fatto al servizio del Paese;sarebbe un modo concreto con il quale “quella parte cattiva della coscienza nazionale abituata a trovare i capri espiatori e proiettare il male fuori di se’ potrebbe avere un sussulto di dignità!
ALBERTO LEONI

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