IL CAMBIAMENTO

*"se quello che faccio potesse servire anche ad un'unica persona, e se anche quell'unica persona fossi io, non sarà stato inutile" .

*"Le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano".


*" Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore." (F.De Andrè).

martedì 27 dicembre 2011

(1) Lo scrittore Giorgio Bocca: "Io che, da ateo, considero il Vangelo più importante della Costituzione"

(1) Lo scrittore Giorgio Bocca: "Io che, da ateo, considero il Vangelo più importante della Costituzione"




Giorgio Bocca non è stato uno qualunque.Tra i più celebri giornalisti italiani, è stato uno dei fondatori del quotidiano "Repubblica", con cui ha collaborato ininterrottamente, ed ha ottenuto il riconoscimento più alto concesso dalla Presidenza della Repubblica, quello di Cavaliere di Gran Croce. Recentemente il giornalista e scrittore Giorgio Boccaaveva rilasciato una lunga intervista “a ruota libera”, spaziando dalla politica alla storia, dalla religione al giornalismo. Bocca è un intellettuale di sinistra (molti lo chiamano “maestro”), ateo, laico rigidissimo.

Durante l’intervista, rilasciata al quotidiano on line "Lettera 43", parlando dell’eventuale modifica della Costituzione, Bocca ha dichiarato: «Le costituzioni sono tutte nobili nella loro ipocrisia. Si, perchè non vengono osservate. Della Costituzione italiana me ne frego. A me importa la costituzione morale. Credo di più al Vangelo che non alla Carta». Allo stupore del giornalista che lo intervistava, ha approfondito: «Mi sembra più convincente perchè nel Vangelo c’è qualcosa di divino che nelle costituzioni liberali non c’è. Non credo in Dio perché non l’ho mai incontrato. Possibile che questo Dio così potente non abbia mai trovato il tempo di manifestarsi?». Il divino di cui parlo è «quello che vorrei che ci fosse. Ma sono ancora alla ricerca. Il Vangelo mi sembra più commovente, più umano, più vero. Le costituzioni sono delle fabbriche ben congegnate, ma sono politiche, mentre il Vangelo è quello di cui gli uomini hanno più bisogno in assoluto. Non ho alcun problema nell'affermare, da incredulo, che quel libro è l'unica speranza per rigenerare questa umanità decadente».



Lo scrittore Antonio Socci ha risposto a Bocca, ricordandogli che Dio si è manifestato duemila anni fa: «da allora tutti desiderano vedere il suo volto e lui raggiunge la vita di chiunque, infatti ha raggiunto perfino Bocca: quel “divino capitano” continua a commuovere i cuori e a compiere segni eccezionali attraverso il “divino drappello” dei suoi amici, attraverso la Chiesa». Si sofferma poi sul fatto che gli intellettuali sono quelli che fanno più fatica ad essere uomini semplici, unica condizione per incontrarLo e seguirLo. Gli intellettuali magari, continua Socci, sono i più lucidi a intuire la bellezza di Cristo e del cristianesimo, si commuovono, ma non permettono al loro cuore di gustare questa bellezza: «Sono prigionieri del loro personaggio, delle proprie opinioni, della propria immagine di sé. Come il “giovane ricco” il quale stimava il suo patrimonio più prezioso di se stesso”. L’ego dell’intellettuale soffoca l’io». E cita Massimo Cacciari, che spesso discute di cristianesimo, difendendolo a spada tratta, restando però agnostico. Parla di Giuliano Ferrara: si dice ateo, ma cattolico di cultura. E’ affascinato dal cristianesimo come realtà storica e dottrinale, ma sembra sfuggire ogni volta che il volto di Gesù appare troppo evidente nei suoi studi. Cita anche Massimo D’Alema, che quando incontrò Wojtyla, questi gli prese le mani e gli parlò. Da quel gesto affettuoso rimase sconvolto. E conclude:«Gli intellettuali italiani sono rimasti quasi tutti affascinati da Giovanni Paolo II. La sua eccezionalità umana ha fatto scoprire a tanti il fascino del cristianesimo. Diversi sono arrivati fin sulla soglia della Chiesa, ma poi, quasi tutti, si sono ritratti».

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